Oggi andremo a Castelcerino, dove si produce il Magenta della Cooperativa Vino Nuovo, per osservare un fenomeno naturale ormai quasi dimenticato, noto col nome di “vigna maritata”: il connubio tra vite e olivo.
A giugno, procedendo alla pulizia della riva del nostro vigneto, in una zona dove tanto tempo fa erano stati piantati degli olivi, abbiamo trovato delle radici appartenenti alle viti di confine che si spingevano verso le piante di olivo stesso. Spontaneamente la vigna era andata a vegetare proprio sopra l’ulivo.
Una cosa che abbiamo notato subito è stato il confronto fra le foglie delle viti a riva e quelle della vite maritata. Sulle foglie delle viti a riva, dove i trattamenti con le nostre tisane naturali non erano arrivati o erano arrivati solo parzialmente, c’erano alcuni segni di attacco di peronospora, invece le foglie della vigna maritata apparivano completamente sane.
Anche i grappoli che spuntavano tra i rami d’olivo apparivano completamente sani. Questa è una cosa straordinaria della natura ed è il motivo per cui, probabilmente, un tempo si piantavano le vigne maritate insieme all'olivo o, anche, insieme all'acero campestre. Infatti, un tempo nella zona del padovano, e non solo, le vigne venivano maritate con gli aceri campestri.
Sempre di più si sta studiando questo fenomeno e c'è una tesi universitaria che dimostra proprio che le viti maritate hanno meno insorgenza di malattie e soprattutto riescono a resistere anche alla fillossera, quindi si possono piantare le vigne franche di piede, ovvero senza porta innesto.
A ottobre faremo una vinificazione separata per valutare appieno tutte le potenzialità e peculiarità di questo metodo di coltivazione.